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San Vitaliano: Inquinamento atmosferico e territorio

San Vitaliano: Inquinamento atmosferico e territorio

La multifattorialità dell'inquinamento spiegata dal nostro conterraneo Rosario Vosa

L’inquinamento atmosferico è riconosciuto come uno dei principali fattori di rischio per la salute umana: in Europa, il 90% della popolazione che vive in aree urbane è esposta a livelli non sicuri di inquinamento atmosferico (V Conferenza Ministeriale su Ambiente e Salute, 2010).

Dopo un’occhiata ai dati relativi all’inquinamento da polveri sottili per il nostro territorio e consolidata l’idea della natura “zonale” del problema (vedi anche: https://www.sanvitaliano.net/news/san-vitaliano-sforamenti-polveri-sottili-consapevol-mente-300) ci si chiede quali possano essere i fattori che dominano questa situazione.

Banalmente l’inquinamento atmosferico è un fenomeno che relaziona:

- Sorgenti ed emissioni;

- Meteo;

- Caratteristiche fisiche del territorio.

Una sostanza (dannosa o meno, naturale o di origine antropica) viene immessa in atmosfera da una sorgente. Si distribuisce nell’ambiente circostante e, dopo un certo tempo, si ritrova in diversi punti del territorio con diversi valori di concentrazione. 

Non solo le emissioni in senso stretto, anche meteo e fattori chimico-fisici innescati in atmosfera dalle sostanze regolano il comportamento degli inquinanti. 

A loro volta questi fattori sono influenzati da complessi scambi energetici tra sole, terra ed atmosfera stessa nella sua parte più bassa dove avvengono i fenomeni meteo e dove giocano un ruolo importante le caratteristiche fisiche del territorio (orografia, morfologia).

Un complesso intreccio di relazioni tra quantità di sostanze emesse, meteo e reazioni in atmosfera regola quindi la concentrazione al suolo degli inquinanti e l’impatto su ecosistemi e popolazione.

Riproponendo un accenno al nostro territorio, tralasciando discorsi in merito a numero/tipologia di sorgenti (innumerevoli!) e concetti che potrebbero richiedere una trattazione più intricata come quelli relativi alle trasformazioni delle sostanze in atmosfera, ci si può soffermare a riflettere su alcuni aspetti tangibili relativi al meteo e alla morfologia del territorio.

L’area Acerra-Nola è caratterizzata da un territorio pianeggiante con quote medie inferiori ai 40 metri, con punto più basso San Vitaliano (20 metri). I rilievi montuosi circondano l’area e ne condizionano il meteo: il complesso Somma-Vesuvio a sud limita le correnti d’aria provenienti dal mar Tirreno, i rilievi Appenninici a nord-est e sud-est limitano quelle provenienti da nord e da est (Img.: Inquadramento morfologico. Area Acerra-Nola).

Velocità e direzione dei venti incidono sull’accumulo di inquinanti, favorendolo in caso di limitate condizioni di scambio (venti deboli). In Campania i venti sono generalmente deboli, principalmente per le aree interne. Nello specifico l’area circostante San Vitaliano è caratterizzata da venti con velocità media di circa 3 m/s (www.atlanteolico.it). 

La stabilità atmosferica assume un ruolo fondamentale nella dispersione di inquinanti. Notti continentali con venti deboli, tipiche del nostro territorio, favoriscono condizioni stabili con conseguente ristagno di inquinanti.

Gravi fenomeni di inquinamento si verificano anche a causa di comprovate condizioni di inversione termica cioè quando, per diversi fattori, salendo di quota l’aria diventa più calda anziché più fredda come avviene di solito. In queste situazioni gli inquinanti emessi al di sotto della quota di inversione non riescono ad innalzarsi.

L’inversione termica incide sull’altezza del punto di rimescolamento (PBL) che per il nostro territorio risulta essere inferiore ai 200 metri (in inverno) con conseguente confinamento degli inquinanti che non possono essere dispersi (Centro Meteo Clima della Campania, 2016).

Alcuni fattori del tutto naturali sembrerebbero quindi favorire l’accumulo di inquinanti nel nostro territorio.

Potremmo sentirci arrendevoli, inermi, assediati da qualcosa che non possiamo “controllare”, del resto morfologia e meteo dipendono ben poco da noi (perlomeno a grande scala). Ampi margini di intervento ci sono però offerti da quella che realmente può risultare un’azione di grosso impatto e probabilmente anche l’unica: la riduzione di emissioni.