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San Vitaliano, tutto fermo per il Covid19 eppure respiriamo merda

San Vitaliano, tutto fermo per il Covid19 eppure respiriamo merda

Niente da fare. Nonostante la cura del #IoRestoACasa con poche auto in giro, le attività chiuse, le "industrie" a marcia ridotta, la centralina di rilevamento della qualità dell'aria del circuito ARPAC ubicata a San Vitaliano ha registrato nuovi sforamenti.

Sicuramente il freddo di questi giorni ha portato ad un maggiore utilizzo di camini e stufe, la qual cosa si potrebbe tradurre in maggiore presenza di particolato galleggiante nella nostra aria.

Ma tutto ciò ci lascia sempre più attoniti e perplessi.

Tra il 29 ed il 31 di marzo, si sono verificati altri 3 picchi negativi relativi al PM10 che hanno portato a 51 sforamenti annuali. Vi ricordo che la legge impone che il valore giornaliero di 50 μg/m³ non può essere superato più di 35 volte nell'arco dell'anno. Siamo già a 51 ai primi di aprile. C’è tempo per superare il record nonostante il tutto fermo dovuto al Coronavirus.

Nei giorni 28 a 31 marzo, invece, la media giornaliera del PM2.5 ( il particolato fine capace di arrivare fino ai bronchi e agli alveoli ) è stata di 26,75. Un pelino sopra il valore medio (annuale) imposto dalla legge di 25 μg/m³ .

In estrema sintesi, il blocco AntiCoronavirus è apparso utile ( ma non sappiamo a questo punto se c’è nesso scientifico… ) ai fini del contenimento del PM10 e PM2.5 nei primi giorni delle disposizioni. Poi una impennata inspiegabile dei dati nei 5 giorni tra il 17 ed il 21 marzo. Successivamente un altro calo repentino delle polveri sottili per poi una brusca risalita negli ultimi giorni di marzo.

Un trend altalenante fatto di picchi negativi e picchi positivi che gettano ancor più in confusione il lettore. Ed anche l’amministratore di turno che deve fare i conti con la multifattorialità delle cause della presenza del particolato nella nostra aria.

E qui a ribadire che questi giorni dovrebbero esserci di aiuto al fine dello studio della questione ambientale. E sempre più certi che l'approccio a tale problematica dovrebbe essere multifattoriale con il contributo di tutti gli Enti locali e sovralocali.