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San Vitaliano, Sindaco ed Amministrazione Paladini dell'ingiustizia sociale!

San Vitaliano, Sindaco ed Amministrazione Paladini dell

Riceviamo e pubblichiamo la lettera, ben articolata (comprensiva di titolo e foto) a firma del nostro concittadino Pasquale di Palma relativa ad alcune problematiche patite dal Ristorante Per Bacco. Diamo da sempre voce ai concittadini, direttamente responsabili delle accuse mosse, dei toni utilizzati e delle ricostruzioni forniteci, specialmente quando le stesse sono ben argomentate, come in questo caso. Avremmo potuto limare il j'accuse del nostro concittadino nei confronti dell'amministrazione comunale, specialmente perché siamo contrari a metri così netti ( da cui prendiamo le distanze) ma avremmo fatto un torto alla meticolosità della sua denuncia, pregna di sentimento verso San Vitaliano e risentimento verso il governo locale. Ovviamente daremo diritto di replica qualora ci venisse richiesto.

"L’emergenza pandemica che ha colpito il mondo ha provocato disastri di ogni tipo e, com’è noto a tutti, fra le categorie di lavoratori più colpiti dalla crisi sono inclusi i ristoratori e somministratori di alimenti e bevande.

Il governo italiano per far fronte alla crisi di queste aziende e per aiutarle economicamente in modo da evitarne il fallimento ha emanato misure di “sostegno alle imprese di pubblico servizio” con il D.L. n. 34 del 19/05/2020 convertito in legge dall’art. 1 comma 1 della Legge n. 77 del 17/07/2020. Tale decreto prevede anche l’esonero, per tutto il periodo emergenziale (prorogato fino al 31/12/2021), dal pagamento della tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche (art. 181 comma 1). Lo stesso art. 181, al comma 2, stabilisce che le domande di nuove concessioni per l’occupazione di suolo pubblico ovvero per l’ampliamento di superfici già concesse sono presentate all’ufficio competente dell’Ente locale, con allegata la sola planimetria, in deroga alle norme vigenti, in modo da semplificare ed accelerare l’iter concessorio. 

Grazie a questo provvedimento, di volta in volta prorogato con l’estendersi dello stato d’emergenza, tutti i ristoratori d’Italia sono riusciti a lavorare almeno nei periodi estivi del 2020 e del corrente 2021, permettendo alle proprie aziende di sopravvivere. Infatti in tutti i comuni del nostro territorio, della nostra Regione e della nostra Nazione abbiamo visto proliferare con velocità assoluta la presenza di tavoli, sedie, ombrelloni e dehors all’aperto.

L’unico ristoratore d’Italia, e sottolineo l’unico, che non è riuscito a posizionare 4 tavolini sullo spazio all’aperto attiguo al suo locale è il titolare del Ristorante Perbacco di San Vitaliano, subendo l’accanimento politico ed amministrativo di un sindaco, una responsabile del servizio tecnico ed un responsabile della polizia municipale che, fregandosene delle leggi e dello stato emergenziale, hanno deciso di affossare un’azienda del paese, minare la salute di un concittadino e mettere sul lastrico una famiglia.

I fatti!

Nell’estate 2020, quando divenne possibile somministrare alimenti e bevande solo all’aperto, veniva inoltrata la prima richiesta di utilizzo di un marciapiede pubblico che subiva il diniego del responsabile del servizio di polizia municipale perché quello spazio risultava di proprietà privata. Il sottoscritto tentò invano di spiegare al sindaco che un’area privata se utilizzata liberamente da chiunque, se aperta a tutti, se occupata da servizi pubblici è da considerarsi di uso pubblico e, quindi, nella disponibilità del Comune. Il suo menefreghismo e la sua inettitudine portarono a nulla.

Con la liberalizzazione delle attività commerciali all’aperto, promossa dal Governo nell’estate 2021, veniva ripetuta la richiesta e, questa volta dalla responsabile del settore tecnico del Comune, veniva ribadito il diniego confermando che si trattava di area privata. Poiché in tutti gli altri Comuni della Provincia e della Regione sono state rilasciate regolarmente le autorizzazioni ad occupare aree private con le stesse caratteristiche e poiché per il Perbacco l’unica possibilità di sopravvivenza dipendeva da quella autorizzazione, si è deciso di insistere producendo motivazioni più stringenti.

Un professionista di parte, responsabile tecnico in vari Comuni per oltre 30 anni, spiegava prima alla responsabile del settore tecnico e poi al responsabile della polizia municipale ed al sindaco di San Vitaliano perché un’area privata, se non è recintata o delimitata ma di libero accesso a tutti o fornita di servizi pubblici o che mette in comunicazione due strade o aree pubbliche è un’area di uso pubblico e, quindi, nelle disponibilità dell’Ente locale, così come stabilito dall’art. 2 del codice della strada e da decine di sentenze del TAR e del Consiglio di Stato, portate in visione. Gli interlocutori non potevano far altro che assentire e riconoscere che quello spazio è autorizzabile. D'altronde proprio grazie a quelle norme, in passato, sono state illuminate e munite di toponomastica e numerazione civica tutte le strade private.

A questo punto veniva inoltrata nuova istanza in modalità semplificata e con allegata la sola planimetria, come sancito dal comma 2 dell’art. 181 del D.L. n. 34 del 19/05/2020 convertito in legge. La risposta della responsabile del settore tecnico comunale (trasmessa alla redazione del presente network), che sarebbe dovuta essere inevitabilmente positiva, è stata agghiacciante. Testualmente si legge: “La richiesta sembrerebbe configurare un ampliamento della superficie per attività di somministrazione di cibo e bevande per il quale risulta necessario inoltrare apposita segnalazione al SUAP attraverso la piattaforma telematica, in dotazione all’Ente, corredata di tutta la documentazione necessaria e pareri e/o autorizzazioni propedeutiche”.  

Alla faccia della semplificazione, alla faccia del decreto sostegno! Un vero e proprio atto illegittimo, intriso di abuso di potere, contro ogni regola e buon senso amministrativo, attestante cattiveria e accanimento. Quello che si chiama “occupazione di suolo pubblico” normalmente concesso a fronte del pagamento di una tassa, ai sensi del Capo II del D. Lgs. 507 del 15/11/1993 è diventato, per un miracolo della fantasia prodotta dalla malafede, “ampliamento della superficie di attività commerciale”. E poi “… corredata di tutta la documentazione necessaria e pareri e/o autorizzazioni propedeutiche”: quali sarebbero? Semplicemente la possibilità successiva di poter dire manca questo documento o quella bazzecola e continuare a negare l’autorizzazione.

Tutto ciò nel paese dove regnano sovrani l’illegalità, l’abusivismo e il difforme, sotto gli occhi del sindaco e degli stessi dirigenti che dovrebbero presidiare il territorio. Basta ricordare soltanto che su quello stesso marciapiedi è posizionato un grosso serbatoio di gas, irrispettoso di qualsiasi norma vigente in materia, che rappresenta una vera e propria bomba ad orologeria, nella completa indifferenza di tutte le autorità locali.

Ci si potrebbe aspettare l’intervento del sindaco di fronte a provvedimenti così palesemente illegittimi ed ingiusti di due dirigenti, da lui stesso scelti a sua immagine e somiglianza, per ripristinare la legalità e la giustizia; potrebbe addirittura prendere la richiesta del ristoratore in questione e scriverci di suo pugno, a piè di pagina, “si autorizza” con tanto di firma e timbro, in modo da ottemperare al suo ruolo di prima interfaccia del governo sul territorio nel sostenere ed aiutare i commercianti durante la pandemia. Sarebbe questo un atto troppo responsabile per un uomo immobile, incapace, inefficace, menefreghista e che si bea della sua nullafacenza.

Per la verità ci sarebbe anche l’assessore all’urbanistica che dovrebbe indirizzare, vigilare e monitorare l’operato del settore tecnico comunale ed invece, probabilmente, nemmeno sa cosa succede in quegli uffici, impegnato com’è ad elaborare idee e promesse mai seguite da azioni consequenziali e coerenti.

Qualcuno potrebbe chiedersi il perché di tanta determinazione a negare un’autorizzazione apparentemente scontata, quasi un atto dovuto.  La verità è semplice, per quanto disgustosa: i “signori” del Comune hanno ricevuto dall’amministratore del condominio che vanterebbe la proprietà di quel marciapiede la minaccia di chissà quale azione legale in caso di concessione. Sindaco e dirigenti, pervasi dalla paura e dalla vigliaccheria, seppur consapevoli di distruggere un’attività produttiva, hanno attuato il più classico “doroteismo” di un tempo: amministrazione debole con i forti e forte con i deboli! E’ così che i ricchi, i potenti e i prepotenti perseguono, indisturbati, i loro interessi mentre i cittadini per bene ed i contribuenti onesti vengono vessati e discriminati.   

 Di fronte a tanta evidenza mi sento di dover chiedere scusa alla mia famiglia, ai miei amici, ai miei compagni ed a tutti i conoscenti che ho indotto a votare per questa gente. Sapevo che quel candidato a sindaco fosse incapace e inadeguato ma non immaginavo che fosse anche falso e bugiardo.

 Al dott. Raimo, all’arch. Crisci, al dott. Cirillo e all’ing. Russo, che non credo siano capaci di pentimento per il tanto male che hanno profuso verso un essere umano, in quanto sprovvisti di coscienza e dignità, semplicemente dico: vergognatevi!"

 Pasquale Di Palma