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San Vitaliano celebra la Giornata dell’Unità Nazionale:ecco le parole del Sindaco Raimo

San Vitaliano celebra la Giornata dell’Unità Nazionale:ecco le parole del Sindaco Raimo

"Un pensiero riconoscente a tutti i sanvitalianesi caduti nelle guerre, i cui nomi sono scritti su questa pietra,  ai quali va la nostra riconoscenza per il sacrificio delle loro giovani vite”.

 

Questo l’incipit del Sindaco Raimo a chiusura della Manifestazione "4 Novembre 2018 Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate" cui hanno preso parte Amministrazione, Scuola e cittadinanza.

 

“ Desidero complimentarmi sinceramente con tutti i ragazzi, i loro insegnanti e con la dirigente scolastica per l’impegno, la partecipazione e la passione che avete messo per la riuscita di questa celebrazione. – Il Sindaco così continua davanti al nostro Monumento ai Caduti di Via Appia -  La mia prima  presenza  come Sindaco alla “Giornata del 4 Novembre”,  coincide con il Centenario della fine della Grande Guerra. 

 

Spero sia di buon auspicio per il mio mandato che dedicherò alla costruzione di un futuro di maggiore vivacità e fecondità per la nostra Comunità partendo dalla vera ricchezza, che siete Voi, Ragazzi ! 

 

Poche parole, dedicate  a voi Giovani, alunni e alunne: ricordate che tutto quello che di buono avete oggi: la serenità, la pace, la scuola, l’istruzione, la cultura, le conoscenze lo dovete  anche  ai giovani che vi hanno preceduto nella vita, ovvero a “i ragazzi del ‘99”, i nostri nonni.

 

Pensate, furono chiamati alla prima guerra mondiale del 1915-18 quando non avevano ancora compiuto diciotto anni, l’età dei vostri fratelli maggiori, e dovettero arrivare fino alle Alpi per combattere gli austriaci. Furono chiamati in 240 mila nel 1917, e frettolosamente istruiti, vennero inquadrati in battaglioni del regio esercito italiano. Il loro apporto si dimostrò fondamentale per gli esiti della guerra.

 

Quelle giovani reclute  sono da ricordare per sempre specie per chi - tanti giovani come voi - non ha avuto la fortuna di sentirne parlare in famiglia,  dai propri avi. I nostri giovanissimi fanti - dopo la disastrosa battaglia di Caporetto del 1917  -  il peggio che potesse capitare - rinsaldarono le file sul fiume Piave e sul monte Grappa  permettendo la controffensiva del 1918 con la battaglia di Vittorio Veneto e quindi la firma dell'armistizio di Villa Giusti che segnò la Vittoria dell’Italia  e la sconfitta degli eserciti oppressori d’Austria-Ungheria con la liberazione dei territori italiani occupati.”

 

“Un ultimo pensiero – chiude il Primo Cittadino - lo dedico alle alunne, alle insegnanti e alle donne, perché la prima guerra mondiale è l’inizio della loro libertà. Esse dimostrano di poter fare le stesse cose degli uomini: lavorare in fabbrica, guidare i tram, laurearsi, insegnare. Le vicende di crocerossine, spie, inviate di guerra, persino soldatesse in incognito, incrociano valorosamente quelle di alpini, arditi, prigionieri, ragazzi-fanti,  poeti in armi, i grandi personaggi della Grande Storia d'Italia.”

 

 Foto: Assessore Vitaliano Sasso