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Più attori sul territorio per la Raccolta Differenzata

Più attori sul territorio per la Raccolta Differenzata

Esiste, nella nostra zona, una classe imprenditoriale che si senta all’altezza di svolgere questo compito? O è, in qualche modo, frenata?

Nei giorni scorsi, con la distribuzione dei sacchetti per la raccolta dei rifiuti differenziati, qualcuno ha avuto da obiettare sullo sponsor, la società Ambiente SpA, che ha ricoperto un ruolo fondamentale nella fornitura del materiale.

I commenti più deliranti sono stati quelli che le imputavano, soprattutto, responsabilità sull’inquinamento prodottosi in seguito all’incendio della struttura nel luglio dello scorso anno. Fingendo di ignorare che, fino a prova contraria, l’azienda è stata parte lesa in quel disastro.

Ma oltre a questo ed alle inevitabili conseguenze sul nostro territorio dovute alla presenza di impianti di questo tipo (conseguenze che vanno affrontate di concerto con gli organi istituzionali), non si può non capire che, se vogliamo e dobbiamo spingere sulla Raccolta Differenziata, l’utilizzo di impianti di trattamento dei rifiuti è fondamentale.

Solo per inciso, è opportuno notare che il costo che il Comune paga per lo smaltimento della frazione organica dei rifiuti è pari circa a quello, ovviamente alto, dello smaltimento dell’indifferenziato in discarica. Proprio perché, nella nostra zona, manca il relativo impianto e siamo costretti ad inviare, l’organico raccolto, fuori Regione.

Tutte le iniziative miranti alla costruzione di un impianto di trattamento dei rifiuti organici si scontra, oggi come trent’anni fa, con l’ostilità delle popolazioni locali, in parte sobillate da chi ha interessi speculativi o finalità di vario genere, mai corrispondenti all’interesse generale dei cittadini.

Quindi, dicevo, gli impianti di trattamento dei Rifiuti differenziati sono indispensabili; ben venga, dunque, la presenza di aziende che fanno questo lavoro, presenti sul nostro territorio.

Si potrebbe obiettare, semmai, che ce ne vorrebbero di più!

Infatti, i consorzi afferenti al materiale differenziabile, indicano ai comuni le piattaforme a cui far riferimento per lo smaltimento dei rifiuti ma, se sul territorio ce ne è solo una, non possono che indicare quella. Con la conseguente impossibilità, per i Comuni, di operare in una “economia di Mercato” che porti, con una sana concorrenza, al giusto bilanciamento del rapporto costo/qualità del Servizio.

C’è da chiedersi dunque: come mai, in un mercato che si presume redditizio, che fa gola a tanti, non esclusa la criminalità organizzata, non emergano molteplici soggetti che possano proporre il Servizio; ognuno dei quali potrebbe portare la propria soluzione e infrangere un regime che, se è di Monopolio, favorisce solo la ditta che lo pratica.

Esiste, nella nostra zona, una classe imprenditoriale che si senta all’altezza di svolgere questo compito? O è, in qualche modo, frenata?

E’ una contraddizione che dovrebbe emergere palesemente: in una zona depressa, come la nostra, a scarsa intensità occupazionale, qualsiasi attività imprenditoriale che crei lavoro sarebbe benvenuta. E, soprattutto, in un settore in cui la domanda di Servizio è forte, risulta abbastanza misterioso il perché essa non venga soddisfatta.