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L'EDITORIALE di oggi: Il muro contro il quale sbatterà Giggino

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Il commento di oggi é affidato alla penna del nostro conterraneo Stefano Masi

Sulla vicenda dello stabilimento La Doria di Acerra, oggi si è avuto un incontro in Regione. Presenti tutte le istituzioni, anche religiose, unico grande assente la proprietà aziendale, questo in spregio alla presenza di alte cariche dello Stato.

Il risultato? Nulla di fatto! I posti dei 67 lavoratori sono ancora a rischio, sono ancora intenzionati a chiudere e delocalizzare, infliggendo un altro duro colpo all’economia ed all’industria in Campania.

Dal loro punto di vista, quello degli imprenditori, la cosa migliore da fare è chiudere tenendo d’ occhio esclusivamente il profitto. Ma il dramma derivante sarà quello delle 67 famiglie senza più fonte di reddito. All’imprenditore poco importa, resta però alla politica sia locale che nazionale, cercare di dare risposte positive, che si spera arrivino presto. Film già visto! 

Altri prima dello stabilimento di Acerra, hanno vissuto le stesse vicissitudini, penso alla Spiezia, che ha subito una sorte simile, anche se con problematiche diverse.

Il pallino resta in mano a Di Maio!! Non colpevole ovviamente della scarsa considerazione che la proprietà La Doria ha mostrato di avere nei suoi confronti, non presentandosi all’incontro di oggi. Lui è giovane, Giggino, per molti versi inesperto, non credo abbia mai condotto una trattativa sindacale nemmeno di secondo livello, non ha mai partecipato nemmeno ad una trattativa per la firma di un qualsiasi contratto nazionale di lavoro, nella sua vita precedente poco ha fatto per crearsi la dovuta esperienza, ma va premiata la buona volontà, comunque, ed il rispetto, se non per la persona ma per l’istituzione che egli rappresenta, sarebbe stato dovuto da parte della Doria. Ma così non è stato!

Tutto sommato, è un Ministro della Repubblica e rappresenta un partito che, piaccia o no, ha goduto della fiducia del 33% degli elettori(il popolo sovrano) La Doria uno “sgarro” del genere non doveva farlo!

Questa vicenda mi riporta alla mente un articolo di Antonio Polito, risalente credo agli inizi di Aprile, dove si leggeva che una previsione da parte dell’ex deputato PD dava per scontato ciò che inizia ad intravedersi in questi giorni, in cui ci sarebbe stato un Ministro Salvini, capace di fare le cose per cui ha ricevuto espresso mandato dagli elettori, quasi a costo zero, mentre tutte le riforme del Ministro Di Maio, inerenti il lavoro, avrebbero avuto bisogno di ingenti fondi di denaro, non sempre disponibili nel Bilancio statale, quindi impossibili da fare, soprattutto con un Europa attaccata alle caviglie come è questa. E sarebbe stato proprio questo il vicolo cieco dove Di Maio sarebbe andato a sbattere.

Per ora i sondaggi sembrano dimostrare la bontà delle tesi di Polito. Auguriamoci però tutti, per il bene di quei 67 lavoratori, che Giggino possa trovare in fretta una soluzione adeguata.