A cura di Francesco Caccavale
In seguito alle polemiche sulla supposta non veridicitĂ dei
dati espressi da Arpac, ho deciso di fare una cosa molto semplice: sono andato
sul sito http://www.arpacampania.it/web/guest/1457
e ho confrontato i dati relativi alla
qualità dell’aria di San Vitaliano il 30-06-2018, ossia un giorno prima
dell’incendio, e il giorno 2-07-2018, ossia un giorno dopo l’incendio. Quello
che mi aspetto è che, pur rimanendo nei limiti consentiti dalla legge, i
parametri relativi ai vari inquinanti siano aumentati. Premesso che io non sono
un esperto, voglio dire che i dati si trovano sul sito e sono pubblici, ogni
valore è espresso in µg/m3 e prendo solo la media giornaliera dei vari
inquinanti. Ecco i risultati
No2 30-06 |
No2 2-07 |
PM10 30-06 |
PM10 2-07 |
PM2.5 30-06 |
PM2.5 2-07 |
O3 30-06 |
O3 2-07 |
BENZENE 30-06 |
Benzene 2-07 |
17 |
25 |
26 |
41 |
7 |
13 |
80 |
69 |
0.5 |
1.7 |
SO2 30-06 |
SO2 02-07 |
4.8 |
2.8 |
No2=Diossido di Azoto
So2=Biossido di zolfo
O3 = Ozono
Dai dati si ha un aumento di tutti gli inquinanti tranne il
biossido di zolfo, che invece diminuisce.
Il dato sconcertante però è che già prima dell’incendio, il
valore del PM10 è stato superato oltre i limiti consentiti dalla legge ben 70
volte durante l’anno a San Vitaliano, quando il massimo numero di sforamenti
annuali consentiti è 35. E siamo solo a Luglio! Sarebbe stato interessante, a
mio parere, fare un confronto del genere anche su paesi come Nola, Cimitile,
Camposano, in quanto dal bollettino Arpac emerge che il giorno 1-07-2018 si
dice che le condizioni metereologi (“il vento di brezza aveva una direzione da
SW”) hanno “ limitato il ristagno degli inquinanti”.
E’ ragionevole supporre infatti che parte degli inquinanti si siano spostati
verso zone limitrofe.Purtroppo però, tali comuni non sono stati monitorati.
Inoltre, essendo bruciato anche materiale plastico, sarebbe urgente monitorare
anche la quantitĂ di diossina presente sul suolo e nelle acque.
Francesco Caccavale